Trattamento della sindrome dell’ovaio policistico

Il Prof. Vittorio Unfer è intervenuto a Radio Ies per parlare della sindrome dell’ovaio policistico.

È una patologia che riconosce una predisposizione genetica, quindi si tramanda di madre in figlia. A differenza della vera trasmissione genetica, sulla predisposizione devono agire anche alcuni fattori esterni come dieta scorretta, determinate situazioni che alterano l’equilibrio ormonale e iperinsulinemia. In questi casi si può quindi verificare la policistosi ovarica, che è una delle maggiori cause di infertilità, ma che se ben diagnostica e ben trattata è una problematica piuttosto relativa.

La sindrome dell’ovaio policistico

Come terapia nel trattamento della policistosi ovarica, la pillola anticoncezionale può essere utile solo perché mette a riposo l’ovaio che non risponde più agli ormoni, facendo sparire le cisti.

Il problema di base, però, è che questa patologia non è legata all’ovaio, ma a un ormone che è l’insulina, prodotta dal pancreas, che però agisce sull’ovaio.

Per trattare questa patologia bisogna quindi capire qual è la causa scatenante e quindi concentrarsi su questa alterazione metabolica. È infatti una malattia multispecialistica che si manifesta con sintomi molti diversi. Per cui ci si rivolge all’endocrinologo se le manifestazioni riguardano alterazioni degli ormoni, o anche al dermatologo se compare l’acne o l’accesso di peluria. O al ginecologo se il ciclo diventa irregolare o è assente. Quindi è una manifestazione che va seguita da più specialisti che abbiano una visione a 360° della problematica.

Le pazienti vengono, in genere, divise in 2 gruppi: quelle che vogliono una gravidanza e in cui è importante indurre l’ovulazione, da quelle che devono semplicemente essere trattate per la loro sintomatologia.

I benefici del Myo-Inositolo

Stiamo studiando, insieme a un gruppo americano, una molecola naturale che si chiama myo-inositolo. È una molecola estremamente diffusa che somiglia allo zucchero ed è prebiotica, ovvero nasce prima della vita stessa. L’organismo in fase evolutiva ha utilizzato questa molecola per fare tante cose, tra cui il secondo messaggero dell’ormone FSH.

Abbiamo quindi visto che il Myo-Inositolo è in grado di dare risposte estremamente rapide e soddisfacenti in queste pazienti, riportandole rapidamente all’ovulazione, a riprendere l’attività mestruale e anche a regolare l’alterazione metabolica glucidica. Sono studi che conduciamo da oltre 10 anni con grande soddisfazione e ormai abbiamo raggiunto un livello di conoscenza tale che a dicembre 2015, a Firenze, c’è stato un evento sull’utilizzo del Myo-Inositolo in diversi casi della ginecologia, tra cui anche la policistosi ovarica.

Siamo quindi ormai arrivati a un’accettazione scientifica sull’utilità terapeutica di questa molecola nella policistosi ovarica.

Negli ultimi anni l’utilizzo di questa molecola si sta diffondendo sempre più, non solo in Italia, ma in tutta Europa. Ormai in più di 33 paesi, oltre che negli USA, si sta adottando questo approccio terapeutico diverso e innovativo.

I sintomi della policistosi ovarica

Questa patologia deve essere trattata anche se la donna non è alla ricerca di una gravidanza. Nel caso in cui si verifichino oltre 6 mesi di amenorrea, si possono avere ripercussioni sulle ossa e si potrebbe incorrere nell’osteoporosi anche prima dei 50 anni. È importante sottolineare che queste sono pazienti che se vengono trattate nella maniera corretta smettono di essere pazienti, perché è una patologia assolutamente curabile.

Le assenze del ciclo possono essere legate a problematiche varie. Ci può essere la menorrea primaria, ovvero una donna che non ha mai avuto una mestruazione. Qui possono esserci cause anatomiche, in cui non si è sviluppato un organo e in questo caso purtroppo si può fare poco, ma sono casi rari. Altre volte possiamo trovarci di fronte a una menopausa precoce, in cui c’è un esaurimento della capacità ovarica di produrre follicoli e in queste situazioni si possono somministrare terapie sostitutive.

Quando sono presenti delle semplici cisti, invece, la pillola contraccettiva ha più senso, perché mette a riposo l’ovaio. Quando, però, una cisti ovarica supera i 5/6 cm va valutato se intervenire chirurgicamente o intraprendere la via dell’aspirazione, che è una pratica tutto sommato poco invasiva.

Può esistere anche un ovaio policistico che non dà sintomi e la prima terapia per questa patologia è una dieta iperproteica seguita da un nutrizionista, associata ad attività fisica. Molto spesso le pazienti colpite sono infatti in sovrappeso e non riescono a dimagrire.