Il Prof. Vittorio Unfer interviene alla trasmissione televisiva “Sulle Ali della Salute” per parlare della Sindrome dell’Ovaio Policistico, conosciuta anche come PCOS, che colpisce numerose donne in età fertile.
Che cos’è la Sindrome dell’Ovaio Policistico?
La Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS) è una patologia inquadrata di recente, nel 1935. Due studiosi, Stein e Leventhal, pubblicarono un articolo in cui definivano la policistosi ovarica.
Le pazienti affette da policistosi ovarica venivano descritte come obese, irsute e avevano grandi ovaie cistiche. In realtà, poche caratteristiche definivano questa patologia, che poi si è visto essere di origini diverse rispetto a quelle indicate da questi due studiosi.
Quali sono i sintomi della PCOS?
Questa patologia può sembrare esclusivamente di interesse ginecologico, ma non è così.
Come avevano già individuato Stein e Leventhal, tra le manifestazioni abbiamo: la menorrea, ovvero l’assenza del ciclo, e l’oligomenorrea, un ciclo mestruale che viene meno frequentemente, quindi il tempo tra una mestruazione e l’altra non è di 28gg ma di 35/40gg.
Ciò che interessa è che la PCOS va considerata una patologia multidisciplinare, dove alcuni sintomi sono prevalenti rispetto ad altri e variano da paziente a paziente. È per questo che quando si manifestano acne o alopecia androgenetica bisogna consultare un dermatologo. Allo stesso tempo, se il sintomo prevalente è l’amenorrea ci si rivolge al ginecologo, oppure all’endocrinologo se le manifestazioni interessano la tiroide.
Il problema è essere preparati su questa sindrome e saperla riconoscere. Nel momento in cui si manifestano acne o alopecia androgenetica, il dermatologo deve capire se dietro questo segno cutaneo potrebbe nascondersi un problema di carattere ormonale.
La diagnosi della Sindrome dell’Ovaio Policistico
Per diagnosticare la PCOS non basta la formazione di una cisti, perché nella classificazione di Rotterdam vengono analizzate in maniera precisa sia il numero delle cisti per singolo ovaio, che la grandezza di ogni singola cisti.
Deve essere quindi un ovaio ingrandito, deve presentare non un aspetto multifollicolare o multicistico, ma deve essere da policistosi ovarica. Serve, quindi, un esperto ecografista che sappia ben quantificare e caratterizzare il numero delle cisti.
Non è però fondamentale la presenza delle cisti per avere la Sindrome dell’Ovaio Policistico. Anche se sembra un paradosso, possiamo infatti avere pazienti che non hanno cisti ovariche ma che sono affette da PCOS. L’aumento di peso è assolutamente collegato a questa patologia e, spesso, si correla all’alterazione del ciclo mestruale in termini di oligomenorrea e menorrea. In queste pazienti, la riduzione del 10% del peso corporeo è in grado di riattivare il ciclo mestruale.
La PCOS viene diagnosticata nel 30% delle pazienti che si rivolgono al ginecologo, la patologia in realtà è presente solo nel 7-10% della popolazione, quindi c’è circa un 23% di errata diagnosi. È fondamentale quindi un team di specialisti per diagnosticare la patologia nel modo corretto, perché non è detto che chi ha cisti ovariche sia affetta da policistosi ovarica.
La PCOS è quindi una sindrome a eziopatogenesi complessa, caratterizzata non sempre dagli stessi sintomi presenti in tutte le donne. Possiamo avere diversi sintomi tra cui iperdandrogenismo e anovulazione. Bisogna, inoltre, ricordare che la policistosi ovarica è la prima causa di infertilità femminile.
La pillola anticoncezionale come cura per la PCOS?
Un’altra domanda da porci è: cosa vogliamo ottenere con la pillola anticoncezionale? La pillola nasce come contraccettivo orale e sicuramente ha degli effetti sull’ovaio policistico. Mettendo a riposo l’ovaio riduce, infatti, la quantità di ormoni maschili che vengono prodotti, ma dal punto di vista metabolico non solo non ha effetto ma può darne uguali o contrari.
Tutte le pillole hanno una componente estrogenica uguale, mentre si differenziano per la parte progestinica. Proprio quest’ultima non va somministrata in caso di donna con PCOS, poiché si ha già un eccesso di ormoni maschili. Sono tuttavia presenti alcune pillole che hanno progestinici con effetto antiandrogeno, che vanno comunque somministrate con molta attenzione. Direi, quindi, che la pillola non è la terapia adeguata, ma può essere d’aiuto.
L’importante per la cura della PCOS è una diagnosi precoce e una terapia tempestiva, capendo come e su cosa agire.