Risultati positivi sono emersi da uno studio sulla policistosi ovarica condotto dal team del professore Vittorio Unfer
La molecola ha un forte effetto positivo sull’organismo e permette di migliorare la qualità ovacitaria delle donne.
La fertilità va tutelata fin da giovani: alterazioni del ciclo mestruale, inestetismi come peluria e acne, sovrappeso o obesità sono tipici disturbi femminili che non vanno mai sottovalutati. Comparendo in età adolescenziale, spesso le cure e le attenzioni si focalizzano sui problemi più evidenti, come l’acne e la peluria, per poi scoprire più avanti, quando si desidera una gravidanza, che la propria capacità riproduttiva può essere a rischio. Questi fenomeni, infatti, rappresentano i principali campanelli d’allarme di un distrubo molto più complesso, la policistosi ovarica, (o Sindrome dell’Ovaio Policistico) che colpisce non solo le ovaie ma l’intero sistema endocrinologico e metabolico femminile.
LA PATOLOGIA
Gli studi pubblicati sulla rivista “Gynecological Endocrinology” hanno messo in luce l’effetto positivo dell’inositolo nelle donne affette da policistosi ovarica e la sua capacità di migliorare la qualità ovocitaria nelle donne e, quindi, la fertilità. La policistosi ovarica è la causa più comune di infertilità femminile, legata ad assenza di ovulazione: colpisce dal 5 al 10 per cento delle donne in Italia. La sindrome è caratterizzata da un aumento delgi ormoni maschili, responsabili di segni come l’eccesso di peluria su viso e corpo, l’acne e disturbi mestruali, come mestruazioni irregolari, assenza di mestruazioni per più mesi, cicli scarsi o prolungati. Le donne affette da sindrome dell’ovaio policistico, inoltre, corrono un rischio maggiore rispetto alle donne sane di soffrire di patologie come diabete, sovrappeso e obesità per iperinsulinismo e insulinoresistenza, ipertensione e patologie vascolari.
IL TRATTAMENTO
Secondo Vittorio Unfer, professore di Ostetricia e Ginecologia all’IPUS (Istituto di Alta Formazione) a Chiasso in Svizzera e a capo di un team di ricerca su questo problema, l’inositolo ha un effetto positivo sulla funzionalità ovarica ed è utile per correggere i disturbi endocrino-metabolici legati alla sindrome dell’ovaio policistico, quali iperandrogenismo, iperglicemia, aumentata resistenza insulinica. L’inositolo è una molecola che si trova in diverse forme, ma solo due di queste hanno dimostrato dagli studi clnici di essere mediatrici dell’insulina e quindi utili per curare la policistosi ovarica: il Myo-inositolo (MI) e il D-chiro-inositolo (DCI), che svolgono il ruolo di secondi messaggeri dell’insulina, con funzioni diverse. Gli studi condotti dal team di ricerca hanno dimostrato in particolare, che l’integrazione con MI e DCI in un rapporto fisiologico plasmatico di 40 a 1 rispristina i parametri metabolici delle donne con PCOS più rapidamente, diventando quindi la terapia più efficace in donne con PCOS sovrappeso o obese. L’applicazione di questa terapia ha già fornito risultati molto concreti. Se si ha qualche dubbio, il primo passo è recarsi dal proprio medico e descrivere sintomi e disturbi; in questo modo potrà già sospettare una sindrome da ovaio policistico e indicare gli esami specifici per la diagnosi consigliando un trattamento mirato.